FAZI
Fiera Agricola Zootecnica Italiana
È la manifestazione dedicata al settore primario, attrezzature agricole e zootecnia in programma dall’1 al 3 febbraio al Centro Fiera di Montichiari (BS).

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Fiera Agricola Zootecnica Italiana

Innovazione e strategie per il futuro dell’agricoltura e della zootecnia si incrociano a Montichiari, palcoscenico del settore primario per l’intero weekend con la 96ª edizione della FAZI. Trattori con guida satellitare, sensori in grado di catturare e processare dati per pianificare le semine, l’utilizzo dell’acqua, la distribuzione dei mangimi nelle stalle, incrementare il tasso di digitalizzazione e robotizzazione nel duplice scopo di gestire al meglio gli input e, di conseguenza i costi, e di rispondere all’esigenza delle imprese agricole italiane di crescere senza poter contare con assoluta certezza nella manodopera, che è uno dei punti deboli in un settore che invece garantisce a livello europeo il più alto valore aggiunto. E questo grazie alla qualità delle proprie produzioni e a filiere in grado di certificare l’origine delle materie prime e a conquistare sempre più spazi di mercato.
Basti pensare che nei primi sei mesi del 2024, annuncia il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Antonio Tajani in video-collegamento durante il convegno organizzato da Coldiretti, “l’export dell’agroalimentare ha toccato i 33 miliardi di euro”. E le prospettive potrebbero essere quelle di superare i 70 miliardi di euro, come auspicato dal numero uno di Coldiretti, Ettore Prandini.
Alla FAZI di Montichiari la voglia di investire nel futuro dell’agricoltura e della zootecnia non manca e lo dimostrano i nove padiglioni presi d’assalto da imprenditori e operatori professionali che, complice una Politica agricola comune meno penalizzante di quanto si temeva solo un anno fa e prezzi di mercato che in alcuni segmenti della zootecnia stanno regalando soddisfazioni di mercato (latte, suini e carne bovina godono di listini assolutamente positivi e le proiezioni future sono tutt’altro che negative), mirano a incrementare la redditività puntando sulla riduzione dei costi di gestione, sull’ottimizzazione delle risorse, su strumenti in grado di rendere l’azienda agricola più sostenibile innanzitutto sul piano economico e poi ambientale e sociale.
Certo, il cielo non è del tutto sereno e pesano le incognite legate alle malattie che si agitano sullo sfondo, dalla peste suina africana (per la quale Coldiretti chiede uno stanziamento di almeno 50 milioni di euro per sostenere le aziende e una filiera che vale “30 miliardi di euro, dei quali tre miliardi di export”, evidenzia il segretario generale di Coldiretti, Vincenzo Gesmundo), ma anche della blue tongue (motivo per il quale sono state sospese in via precauzionale le mostre bovine in fiera) e dell’aviaria, che sta ricomparendo e che, negli Stati Uniti, sembra aver compiuto il salto di specie e aver attecchito anche tra le bovine da latte.
Preoccupano anche le fake news e lo sport di attaccare la zootecnia a prescindere e ingiustamente. Lo ricordano in molti nel corso dell’inaugurazione ufficiale della 96ª edizione della FAZI, qui a Montichiari, dall’assessore all’Agricoltura e Sovranità alimentare, Alessandro Beduschi, al presidente di Coldiretti Ettore Prandini, e c’è il timore che gli agricoltori non vengano difesi come dovrebbero anche sotto la legislatura della Ue targata “Von der Leyen bis” e che la transizione ecologica possa essere a tappe forzate e contro il sistema agro-zootecnico europeo. A tratteggiare esempi distorti di notizie non veritiere è il professor Felice Adinolfi, economista agrario dell’Università di Bologna che tocca i temi dell’inquinamento (“le emissioni dell’agricoltura pesano per meno del 5% del totale, eppure sembra che gli unici colpevoli siano gli allevatori”) e dell’acqua (“quando si parla di consumi di acqua nella produzione zootecnica i dati sono esagerati e non si tiene conto del ciclo dell’acqua piovana”, chiosa).
Ma la FAZI guarda avanti, fra ricerca genomica e nuove prospettive per la zootecnia da latte, che vede la provincia di Brescia troneggiare in Italia per quantità di latte prodotto (1.051.802 tonnellate prodotte fra gennaio e luglio, il 2,92% in più rispetto allo stesso periodo del 2023), ma anche per valorizzazione delle produzioni, trascinate dai formaggi Dop.
Si parla di energie rinnovabili e di tecniche di evoluzione assistita come strumenti per migliorare la sostenibilità e per fronteggiare una delle grandi emergenze del presente: i cambiamenti climatici. “Gene editing rappresenta una rivoluzione in termini di potenzialità in agricoltura”, afferma il professor Silvio Salvi dell’Università di Bologna, presidente della Società italiana di genetica agraria (Siga). E le potenzialità per migliorare produttività, resilienza, qualità delle produzioni, potrebbero essere potenzialmente vicine.
“Uno dei target più diffusi della ricerca sulle Tea riguarderà il miglioramento della qualità – racconta al convegno organizzato da Confagricoltura Brescia il professor Luigi Cattivelli, direttore del centro di Ricerca genomica e bioinformatica del Crea di Fiorenzuola d’Arda -. E proprio le Tecniche di evoluzione assistita accelereranno questa tendenza su diversi prodotti, dal pomodoro alle melanzane ai cereali”. Fra le nuove frontiere di studio, il processo di fotosintesi, “uno dei meccanismi più stabili all’interno del mondo vegetale, ma anche un processo inefficiente, ad alto dispendio di energia, sul quale si concentrano quattro progetti europei di ricerca per scardinare il problema dell’inefficienza fotosintetica delle piante”. Un traguardo che, quando sarà raggiunto, cambierà il modo di pensare e migliorerà il modo di produrre in agricoltura.