95ª FAZI di Montichiari, i cambiamenti climatici accendono i riflettori sulle assicurazioni
Il mondo agricolo e cooperativo alla 95ª FAZI di Montichiari si interroga sul futuro del sistema assicurativo in agricoltura. Il tema è di estrema attualità. La siccità nel 2022, le gelate primaverili e le grandinate nel corso dell’estate, la tragica alluvione in Romagna: il clima cambia, l’agricoltura soffre e uno dei rischi ulteriori è il fenomeno della “sotto-assicurazione”. Le imprese, cioè, hanno una scarsa cultura del rischio e non sempre si assicurano, in particolare in alcune aree del Paese. “In Italia – ha spiegato Stefano Mollenbeck, direttore di Agemoco Brescia, intervenuto alla FAZI per il convegno Assicurazione e gestione del rischio in agricoltura, promosso da Promocoop, Cis e Cittadella della Cooperazione – una impresa su tre è esposta a potenziali perdite economiche a causa di fenomeni naturali”.
La sfida per le assicurazioni è quella di trasformare l’aumento del rischio in aumento della domanda di coperture assicurative, così da ampliare la platea dei sottoscrittori. In che modo? Attraverso la tecnologia. “Le compagnie dovranno fare investimenti su big data, Intelligenza artificiale, space innovation, tra cui tecnologie satellitari per fornire dati in tempo reale”, ha specificato Mollenbeck.
La rivoluzione digitale può così sostenere la redditività delle imprese agricole e attivare anche nuove formule assicurative “di sistema”, in cui l’obiettivo non è la copertura della singola impresa, ma la stabilizzazione del reddito di un intero comparto produttivo, a fronte di eventuali distorsioni di mercato. Soluzioni sostenute anche dall’Unione europea, che è ben consapevole del ruolo centrale dei fondi mutualistici e delle assicurazioni per garantire il futuro a un settore esposto tanto ai cambiamenti climatici quanto alle speculazioni e ai bruschi cali dei listini.
“Veniamo da due anni di eventi meteorologici estremi – ha ricordato Fabio Perini, presidente di Fedagripesca Lombardia – che hanno posto al centro dell’attenzione non solo il tema delle assicurazioni e dei rischi, ma anche gli effetti che la carenza di un determinato prodotto, come il mais lo scorso anno o il pomodoro quest’anno, possono innescare in una regione fortemente orientata alla zootecnia e alla trasformazione dei prodotti agricoli anche ai fini dell’export. Per questo dobbiamo accelerare sul fronte delle assicurazioni e velocizzare la proposta di digitalizzazione”.
La gestione del rischio, ha sottolineato il professor Fabian Capitanio, economista agrario dell’Università Federico II di Napoli, intervenendo al convegno promosso da Confagricoltura Brescia, “non è la stipula di una polizza assicurativa e il futuro del settore assicurativo in agricoltura va profondamente rimodulato e ristrutturato per far sì che nei nuovi scenari gli agricoltori italiani trovino risposte adeguate nell’intervento pubblico”.
In quella che anche Camillo Zaccarini di Ismea definisce un sistema che “deve essere rimodernato per essere più efficiente”, i fondi a sostegno di una politica assicurativa in agricoltura ammontano, nella nuova programmazione della Pac, a 2,8 miliardi di euro.