Inaugurata l’edizione numero 94 della FAZI di Montichiari
Il presidente Fontana (Regione Lombardia): fiera punto di riferimento del settore
Parte dalla Fiera Agricola Zootecnica Italiana (FAZI) di Montichiari la guerra alla carne e al cibo sintetico, con Coldiretti in testa alla difesa della zootecnia come modello produttivo sostenibile sul piano ambientale e vincente dal punto di vista economico, baluardo di fatto di tradizioni produttive e alimentari che affondano la propria storia nei secoli (e l’agricoltura, compresa la sua fiera, a Montichiari ne è un esempio) e al centro di un processo di produzione non soltanto di materie prime necessarie per il Made in Italy di qualità, ma anche strategico per un percorso multifunzionale e di produzione di energia grazie al ricorso agli effluenti zootecnici.
Questa mattina, l’inaugurazione della 94ª FAZI, coordinata dal direttore del Centro Fiera di Montichiari Ezio Zorzi, a dare il via ufficialmente ad una rassegna che il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, accompagnato dall’assessore all’Agricoltura Fabio Rolfi e da diversi consiglieri del Pirellone, ha definito come “punto di riferimento per l’agricoltura e la zootecnia a livello nazionale”.
Al taglio del nastro, il presidente del polo fieristico Gianantonio Rosa ha posto l’attenzione sui numeri (“Oltre 47mila metri quadrati coperti, più di 400 espositori e una marcata attenzione alla zootecnia con la mostra nazionale della Frisona e dei cunicoli”), ma anche sulla “presenza di esperti, autorità, rappresentanze del mondo agricolo per elevare il dibattito e impostare le linee dell’agricoltura del futuro”.
Lo scenario è in parte incerto per l’agricoltura, per la zootecnia (seppure Brescia sia la prima provincia agricola d’Italia), soprattutto per i costi di produzione, ma allo stesso tempo c’è fiducia che il nuovo Governo – negli stessi minuti dell’inaugurazione, prestava giuramento l’Esecutivo con Giorgia Meloni premier e Francesco Lollobrigida ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare – possa farsi sentire in Europa e sostenga le imprese agricole.
Unanime dal mondo agricolo l’apprezzamento al nuovo Governo nella scelta di affiancare al termine “Agricoltura” anche l’attenzione alla “Sovranità alimentare”, da non confondere col sovranismo, ma con il preciso scopo di ribadire i punti di forza dell’agroalimentare Made in Italy e di accompagnare una crescita delle imprese agricole verso lo sviluppo delle nuove tecnologie, della cisgenesi, della digitalizzazione, senza sacrificare la zootecnia, strategica anche nel ruolo di passaggio verso un’agro-ecologia in cui far nuotare insieme biodiversità, attenzione al suolo e alle risorse idriche, ma anche produttività.
E se l’allevamento hi-tech dovrà rivestire sempre di più un ruolo chiave nell’agricoltura di domani, caratterizzata da un incremento dimensionale (con una crescita in trent’anni da dimensioni medie di 5,1 ettari a 11,1 ettari, secondo i dati del 7° Censimento agricolo dell’Istat) e da una vocazione agli investimenti, tutto il settore dovrà affrontare le sfide della produzione sostenibile, del risparmio idrico, dell’internazionalizzazione come soluzione per migliorare la bilancia commerciale e conquistare nuovi spazi all’estero.
Temi affrontati anche nel corso del convegno promosso da Coldiretti sulla “Carne sintetica, nuove minacce e sfide europee per la zootecnia” (a proposito, anche il direttore del Consorzio del Grana Padano, Stefano Berni, ha firmato la petizione di Coldiretti contro il cibo sintetico), dal quale emergeva netto il ruolo dell’agricoltura e i tentativi di delegittimazione da parte delle multinazionali per sostenere un’alimentazione omologata, senza gusto e di dubbio beneficio per la salute, tanto che il presidente Ettore Prandini chiedeva dal palco alle istituzioni europee di “classificare il cibo sintetico come prodotto farmaceutico, da sottoporre quindi a sperimentazione prima di metterlo in commercio”.
La Politica agricola comune rappresenta una delle incognite del futuro. Si conosce a grandi linee l’impianto, meno come verrà declinata, se non che la componente ambientale sarà ancora più determinante per ottenere le risorse e i finanziamenti, col rischio che la burocrazia e orientamenti eccessivamente green potrebbero costare in termini di produttività e sostenibilità economica delle imprese. “La difesa del potenziale produttivo – dichiara il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli – è fondamentale e non deve essere sacrificata”.
La AFZI è prestigiosa vetrina della zootecnia con la 70ª Mostra nazionale della razza Frisona, che vedrà domani il culmine con la finale nel ring del padiglione 6.