Nel giro di 10 anni la Lombardia ha perso il 45,1% delle superfici coltivate a mais, passando da 253.741 ettari del 2008 a 139.530 ettari del 2018. Calcolatrice alla mano, significa che si sono persi in un decennio 114.211 ettari coltivati a mais, con una produzione che è passata da 29,4 milioni di quintali a 15,6 milioni di quintali (-47 per cento).
Altrettanto significativo il calo a livello nazionale. Nel 2008 l’Italia coltivava 991.524 ettari di mais con una produzione complessiva di 97,9 milioni di quintali. Nel 2018 i numeri evidenziano una superficie di 614.314 ettari e una quantità di mais di 62,6 milioni di quintali. In pratica, superfici ridotte del 39,1% e produzioni contratte del 36,1 per cento.
Lo rileva si dati Agri Istat la Fiera Agricola Zootecnica Italiana di Montichiari, alla vigilia della sua 91ª edizione, in programma al Centro Fiera da venerdì 1 a domenica 3 febbraio. “Una manifestazione di riferimento per il mondo agricolo, con eventi di richiamo internazionale come il 18º Dairy Show Open Holstein – dichiara il presidente del Centro Fiera di Montichiari, Germano Giancarli -. A qualificare l’edizione 2019 della manifestazione, poi, ci sarà la 51ª Mostra nazionale della razza Bruna, la 1ª Mostra nazionale del Registro anagrafico delle specie cunicole, oltre all’esposizione avicola e dei cavalli Haflinger”.
Grande zootecnia, dunque, che necessita di “carburante”. Il mais è uno di questi e lo scenario è quello di una contrazione delle produzioni, con aumento dell’import. In parte per l’andamento di mercato, che in questi anni ha scarsamente sorriso ai maiscoltori e in parte per i costi di produzione crescenti e per il problema delle aflatossine, la cui genesi è collegata a situazioni meteo-climatiche non propriamente sconosciute alla Pianura padana.
In 10 anni superfici rivoluzionate in Lombardia. Il calo delle superfici coltivate a mais in Lombardia ha anche rivoluzionato la classifica delle province. Se nel 2008 Cremona era la regina della regione, con 61.000 ettari destinati al mais, seguita da Brescia (51.096 ha) e Mantova (50.500 ha), dieci anni dopo il primato spetta a Brescia con 33.726 ettari, seguita da Mantova (26.000 ha) e da Cremona, crollata a 22.088 ettari.
Il convegno. Di “Mais e cerealicoltura per la zootecnia: attualità e prospettive” se ne parlerà venerdì 1 febbraio alla FAZI, grazie al convegno promosso da Confagricoltura Brescia in collaborazione con Ismea – Crea (ore 9, Sala 4, 2° piano, ingresso centrale).
Dopo i saluti di Mario Fraccaro, sindaco di Montichiari, e di Claudia Carzeri, consigliere regionale componente della commissione Agricoltura, e l’introduzione di Gabriele Trebeschi, direttore di Confagricoltura Brescia, interverranno Nikolas Mitroulias, responsabile di Climate Italia (“Coltiviamo i dati: come l’agricoltura digitale può aiutare la filiera”) e Michela Alfieri del Crea – Unità di ricerca sulla maiscoltura di Bergamo (Approfondimento sull’insilato di mais). Seguirà una tavola rotonda, moderata dal giornalista economico Guido Lombardi, sul tema “Fare mais in Italia”. Ne discuteranno Cesare Soldi dell’Associazione Maiscoltori Italiani, Roberto Milletti responsabile Unità Analisi e Informazione di Ismea, Fausto Nodari della Sezione economica Mais di Confagricoltura Brescia e il presidente di Confagricoltura Brescia, Giovanni Garbelli.